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Perché un iPhone ricondizionato è più sostenibile di un iPhone nuovo

Prima di capire se l’iPhone è o non è sostenibile, dovremmo chiarire perché la questione della sostenibilità è così importante e di cosa parliamo quando parliamo di sostenibilità.

Al giorno d’oggi, parliamo sempre più di sostenibilità ambientale a causa dell’ormai innegabile cambiamento climatico.

Che cos’è il cambiamento climatico e perché dobbiamo fare qualcosa?

I cambiamenti nella temperatura media del pianeta non sono una novità, ma quando parliamo di cambiamento o crisi climatica oggi ci riferiamo al riscaldamento globale in conseguenza delle azioni umane. Il clima è un fenomeno complesso che è costantemente influenzato da quante radiazioni emesse dal sole vengono riflesse nello spazio, quante rimangono nella nostra atmosfera e quante raggiungono il suolo.

Purtroppo, negli ultimi anni è diventato evidente che il pianeta si sta oggettivamente surriscaldando, e la stragrande maggioranza degli scienziati concorda che questo é il risultato di azioni umane.

riscaldamento globale
Fonte: NASA

Infatti, nel 2018 IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change) ha pubblicato uno studio che conferma che il surriscaldamento globale è causato dagli esseri umani e che dobbiamo agire oggi per evitare che la temperatura salga oltre + 1,5 °.

Al momento, siamo sulla strada per oltrepassare questo limite se non introduciamo misure riduttive immediatamente, e le conseguenze sarebbero disastrose. Siccità, miliardi di persone che perderebbero la loro casa, distruzioni di ecosistemi con conseguenze nefaste per flora e fauna, fenomeni climatici più estremi come uragani e tempeste, diffusione di malattie, crisi e impoverimento.

Dal punto di vista puramente economico, molti economisti concordano che l’aumento delle temperature porterebbe a un impoverimento generale. Ad esempio Diez and Stern (2014) nel loro articolo “Endogenous growth, convexity of damages and climate risk: how Nordhaus’ framework supports deep cuts in carbon emissions” specificano che crescita e prosperità globale sarebbero negativamente influenzate dall’innalzamento delle temperature.

cambiamento climatico impatto azione umana
Fonte: U.S. National Climate Assessment (2014)

Perché gli scienziati hanno dedotto che il cambiamento climatico è imputabile all’azione umana?

Uno degli elementi che contribuiscono in modo più significativo al riscaldamento globale sono i gas a effetto serra. Si tratta di gas che intrappolano il calore nell’atmosfera, contribuendo quindi ad alzare la temperatura, proprio come in una serra.
Infatti, il nome effetto serra descrive il il fenomeno in cui il calore generato dalla luce solare è intrappolato nell’atmosfera terrestre e non può sfuggire.

Quando la presenza di questi gas nell’atmosfera aumenta troppo le temperature medie aumentano in tutto il mondo.

Il più noto tra i gas serra è l’anidride carbonica o CO2, ma ci sono anche metano, clorofluorocarburi e ozono. La presenza di gas a effetto serra nella nostra atmosfera è costantemente aumentata fin dalla rivoluzione industriale, principalmente a causa dell’uso massiccio di combustibili fossili.

Perché i combustibili fossili contribuiscono al cambiamento climatico?

Quando parliamo di combustibili fossili, ci riferiamo a materiali come carbone, petrolio e gas naturale. In origine vegetazione morta, nel corso di milioni di anni si sono fossilizzati e contengono un’alta percentuale di carbonio.

Bruciamo combustibili fossili per riscaldare le nostre case, spostare i nostri veicoli e alimentare le nostre fabbriche, e così facendo rilasciamo molta anidride carbonica (anche chiamato diossido di carbonio) e altri gas che hanno un impatto conclamato sul riscaldamento globale.

Questo è il motivo per cui si parla sempre di più di energie rinnovabili. I combustibili fossili non sono rinnovabili, dal momento che ci vogliono milioni di anni per trasformare le piante morte in carbone e utilizzarle come nostre uniche fonti di energia non è sostenibile.

Cosa misura l’impronta di carbonio (carbon footprint) di un prodotto?

Con il calcolo dell’impronta di carbonio misuriamo la quantità di CO2 rilasciata nell’atmosfera a seguito di azioni o processi specifici.

Calcolando l’impronta di carbonio di un prodotto, abbiamo una chiara panoramica della quantità di anidride carbonica che il nostro prodotto introdurrà nell’atmosfera e, quindi, di quanto stiamo contribuendo al riscaldamento globale.

Ancora più completa dell’impronta di carbonio é la valutazione del ciclo di vita. La valutazione del ciclo di vita misura accuratamente l’impronta di carbonio, così come altri impatti ambientali come l’esaurimento dell’ozono e l’acidificazione, per avere una panoramica accurata di come il prodotto influenzerà l’ambiente durante l’intero ciclo di vita.

Quindi, nel caso di un iPhone, non valuteresti semplicemente la produzione, ma ogni fase dall’estrazione delle materie prime fino all’uso e fine vita, con conseguente riutilizzo o scaricamento in discarica.

Perché un iPhone nuovo non è sostenibile?

iPhone 11 impronta di carbonio iPhone sostenibile
Fonte: Apple

Partiamo con qualche dato sull’industria degli smartphone in generale, grazie allo studio di Greenpeace del 2017.

  • In solo 10 anni, più di 7 miliardi di smartphone sono stati prodotti.
  • L’uso medio di uno smartphone é di appena due anni
  • Solo l’1% degli smartphone nel mondo viene riciclato

Guardando a questi numeri diventa chiaro come il mercato degli smartphone abbia un impatto sostanziale in termini di produzione, consumo e assenza di riutilizzo/riciclo.

Prima fase: estrazione delle materie prime

Partiamo dalla fase di estrazione delle materie prime. Per produrre un nuovo smartphone sono necessari materia prima ed energia. Ed é qui che affrontiamo il primo problema.

Per produrre uno smartphone sono necessari minerali rari, e alcuni dei minerali usati provengono da miniere in paesi che hanno sofferto recentemente o ancora soffrono per conflitti interni e guerre civili (minerali da zone di conflitto).

Le miniere sono spesso disastrose anche sotto il profilo ambientale e dei diritti dei lavoratori, e, ad esempio, ci sono studi che attestano le terribili condizioni di lavoro nelle miniere di cobalto in Congo.

La produzione di plastica è derivata dal petrolio, e il silicone è un materiale che richiede uso massiccio di energia e acqua. Inoltre, spesso l’energia usata per produrre gli smartphone non è pulita e l’uso di materiali riciclati è ancora l’eccezione piuttosto che la regola.

Quando non vogliamo più il nostro smartphone solitamente finisce in una discarica, inceneritore, o esportato in paesi senza regolamentazioni ambientali stringenti dove il disassemblaggio causa problemi di salute e rovina ambientale nelle comunità locali.

Inoltre, il processo di estrazione delle materie prime causa emissioni di gas serra.

Seconda fase: produzione

La fase di produzione di uno smartphone è responsabile per ¾ del totale delle emissioni di CO2 durante l’intero ciclo di vita. Man mano che gli smartphone diventano più complessi, il processo di produzione richiede sempre più energia.

La maggioranza degli smartphone viene prodotta in Asia, dove gran parte dell’energia viene ottenuta tramite combustione di carbone, che, come abbiamo visto, rilascia un gran numero di emissioni di gas serra nell’atmosfera.

Non é quindi sorprendente che la fase di produzione di un nuovo smartphone sia responsabile per un numero sostanziale di emissioni di gas serra, e quindi contribuisca al cambiamento climatico.

Apple é consapevole di questo problema, tanto che ha creato un programma per rendere l’energia usata dai fornitori più pulita.

Lo scopo é di introdurre 4GW di energia rinnovabile nella loro catena di produzione entro il 2020. Tuttavia, questo non vuol dire che tutti i fornitori usano energia pulita (al momento i fornitori che hanno dichiarato la loro disponibilità sono 44) o che raggiungere questi risultati sarebbe sufficiente.

Al momento, se continuiamo a consumare nello stesso modo in cui abbiamo fatto finora non c’é modo di mantenerci entro l’aumento della temperatura globale di + 1.5° che gli scienziati hanno indicato come limite massimo.

L’altro problema è che il modello produttivo di Apple (e dell’industria degli smartphone in generale) é basato sull’idea di spingere i consumatori a sostituire il loro iPhone almeno ogni due anni, e di rendere le riparazioni complesse (ad esempio la difficoltà e il costo di sostituire la batteria).

Questo non significa che non puoi o non devi comprare un nuovo iPhone se lo desideri, ma semplicemente che si tratta di un modello in diretto conflitto con le idee sull’economia circolare, ossia l’idea di introdurre riduzione, riuso, riutilizzo e riciclo nel modello produttivo. L’economia circolare é il modello che un numero sempre maggiori di governi e istituzioni vogliono introdurre per ridurre la produzione di nuovi beni di consumo, e le conseguenti emissioni di carbonio.

La Terra é in fiamme e sempre di più è importante essere consapevoli delle conseguenze delle nostre scelte di consumo, e dei modi in cui possiamo limitare i danni.

D’altro canto, la Apple sta facendo molto per migliorare la propria performance ambientale, e riduce di anno in anno la propria impronta di carbonio, anche se alcune delle dichiarazioni vanno prese con una dose di sano scetticismo.

Ad esempio, la dichiarazione che Apple usa 100% energia rinnovabile per le loro operazioni nel mondo è fuorviante. In realtà Apple paga eco-crediti per controbilanciare il consumo di energia prodotta da fonti non rinnovabili.

Che conclusioni possiamo trarre sul mercato degli smartphone e la sostenibilità?


Per prima cosa, è importante notare che il mercato degli smartphone è sempre più consapevole del problema della sostenibilità. La pressione sulle grandi aziende della tecnologia sta sicuramente dando i suoi frutti, e non è un caso che gli iPhone di oggi includano sempre più materiali riciclati e che ci sia maggiore attenzione alle emissioni di carbonio e la sostenibilità dei fornitori.

Tuttavia, ogni nuovo iPhone prodotto è destinato ad essere usato per un breve periodo e poi gettato via, o, tramite Apple Trade, scambiato con uno nuovo.


E’ per questo motivo che comprare un iPhone ricondizionato è una scelta oggettivamente più sostenibile.

Conclusioni sulla sostenibilità degli iPhone ricondizionati

Possiamo riassumere i motivi principali:

  • iPhone che finirebbero nella spazzatura vengono riciclati
  • Non è necessaria l’estrazione di minerali rari e minerali da zone di conflitto
  • Riparare un iPhone comporta meno emissioni di co2 rispetto che produrne uno nuovo
  • Ricondizionare gli iPhone è in linea con gli obiettivi dell’economia circolare per favorire riuso, riciclo, e riutilizzo
  • Un iPhone ricondizionato ha un’impronta di carbonio molto inferiore rispetto ad un modello nuovo, e quindi contribuisce in maniera molto minore al riscaldamento globale

In definitiva, un iPhone ricondizionato è più sostenibile.

E’ in riconoscimento del contributo di Swappie nella lotta al cambiamento climatico che Sitra, il Fondo di Innovazione Finlandese, ci ha scelto come una delle compagnie più interessanti che lavorano nel campo dell’economia circolare.

iPhone ricondizionato sostenibile

Fonti aggiuntive:

Ercan, Mine & Malmodin, Jens & Bergmark, Pernilla & Kimfalk, Emma & Nilsson, Ellinor. (2016). Life Cycle Assessment of a Smartphone. 10.2991/ict4s-16.2016.15.

Rodriguez, E., Carrasquillo, O., Lee, C., Lee, J., Zhou, A. (2015). iGo Green: A Life Cycle Assessment of Apple’s iPhone. In iConference 2015 Proceedings.

Gary Cook and Elizabeth Jardim. Greenpeace (2017). Guide to Greener Electronics.

Gedusevs, Janis (2018). Smartphone sustainability assessment using multi-criteria analysis and consumer survey. KTH, School of Architecture and the Built Environment (ABE), Sustainable development, Environmental science and Engineering.

Mokosch, M.; Urban, T.; Arndt, H.-K.; Hielscher, T. & Winsczyk, G. (2013). Sustainability of the iPhone. ‘EnviroInfo’ , pp. 426-433.

Jui-Che Tu, Xiu-Yue Zhang * and Sin-Yi Huang (2018). Key Factors of Sustainability for Smartphones Based on Taiwanese Consumers’ Perceived Values. Graduate School of Design, National Yunlin University of Science and Technology.

James Suckling & Jacquetta Lee (2015). Redefining scope: the true environmental impact of smartphones. The International Journal of Life Cycle Assessment. 20:1181–1196.

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